“Benvenuti al gard… ehm gartin fest!”
Di certo non posso vantare un’esperienza immensa o chissà quali credenziali, però di festival e concerti ne ho visti (a bizzeffe) e ho avuto la possibilità di scrivere una mia piccola raccolta di regole per ottenere un festival che ti faccia desiderare come un folle l’edizione successiva... inutile dire che il Gartin le rispetta tutte...
1) L’AMBIENTAZIONE:
“palla al centro, inizia il Gartin!”
Se per un concerto singolo l’importante è solo il palco e
la capienza del luogo che lo ospita per un festival si deve invece estendere
l’attenzione per tutto il luogo, dagli stand ai chioschi passando per i vari
luoghi in cui per un motivo o per l’altro dovrai passare, cosa offriva il
Gartin?
Totalmente immerso nel verde, nella più assoluta
tranquillità che solo la montagna può dare hanno ritagliato un rettangolo di
prato poco più grande di un campo da calcio di periferia.
E quando parlo di campo da calcio intendo proprio un
campo da calcio, il parcheggio e l’ingresso sono esattamente dietro una porta,
sul bordo campo a sinistra (dando le spalle al parcheggio) troviamo un tendone
che ospita alcuni tavoli e due chioschi con bevande e cibarie
Subito dopo la metà campo era situato uno stand con alcune spine per la birra,
fiancheggiava questo stand un gazebo con il mixer e la gestione delle luci, in
fondo al campo nell’angolo destro avevano eretto un quarto chiosco con a fianco
un’esposizione dell’artista Ludovico Bomben.
Opposto all'ingresso si trovava il palco.
Inutile dirlo, era stupendo sono rimasto sbalordito, non
mi aspettavo minimamente una location simile, con il sole ricalcava
perfettamente l'idea di giornata dedicata al verde ed alla musica, la sera invece
tutto intorno a noi era così silenzioso da farci credere di essere fuori dal
mondo.
“uno scatto da sotto il tendone con le
cibarie e le lampadine”
Ai festival è impossibile non interagire con gli organizzatori
o lo staff in generale e di solito o per la fretta o per lo stress di rado sono
disposti a fermarsi lì con voi a scambiare quattro chiacchere o ricevere magari
quei complimenti che si sono guadagnati, al Gartin non fu così (e di
complimenti se ne sono guadagnati fin troppi).
Riguardo la gestione dei suoni e delle luci hanno
dimostrato una precisione ed un’attenzione immane, di certo non mi aspettavo muri
di suono o fuochi pirotecnici però sono rimasto stupito dalla qualità messa a
disposizione (a parte qualche leggerissima scivolata con la sincronizzazione
delle luci commentata scherzosamente dai tecnici, ero vicino a loro e mi sono
comunque gustato tutto lo spettacolo senza soffrire minimante per quel
piccolissimo errore).
Per quello che riguardava la distribuzione del cibo e
delle bevande anche qui si sono dimostrati puntualissimi, guadagnando
moltissimi punti nella mia personale top ten quando mi accorsi che la maionese
e il ketchup erano in due dispenser liberamente “trafugabili”, poi è inutile mentire;
quando ti preparano il panino e per avvertirti che puoi venire a ritirarlo
urlano il tuo nome ai quattro venti ti senti il padrone del mondo.
Subito dopo “i ragazzi del commissariato” fermai Simone Piva (per chi non lo conoscesse:
http://www.myspace.com/simonepivaeiviolavelluto
), lo salutai, si fermò con noi e siccome era lui uno degli organizzatori senza
neanche pensare gli dissi:
IO: “hey, in primis complimentoni per tutto questo ma… perché
Gartin?”
S.P. : “beh, grazie mille ma non sono stato da solo a
farlo, comunque inizialmente volevamo chiamarlo Garden Fest però abbiamo
scoperto che un altro festival in Croazia si chiamava così quindi abbiamo
deciso di chiamarlo gartin, perché sai, significa arte orientale e in fondo è
quello che vogliamo rappresentare! Su, dammi un abbraccio!”
Il giorno dopo lessi:
«L'idea del festival ci è venuta per valorizzare la scena musicale e artistica nei suoi vari aspetti dell'alto Friuli e abbiamo pensato che un contesto così suggestivo come le montagne della carnia e Cesclans in particolare siano uno dei luoghi migliori per vivere l'arte e la musica».
«L'idea del festival ci è venuta per valorizzare la scena musicale e artistica nei suoi vari aspetti dell'alto Friuli e abbiamo pensato che un contesto così suggestivo come le montagne della carnia e Cesclans in particolare siano uno dei luoghi migliori per vivere l'arte e la musica».
-Simone Piva, Marco Cacitti, Sabrina Borgu' e
Paola Zurczak, gli organizzatori del festival.
Abbracciai Simone
e lo feci tornare dai tecnici.
Se con
l’ambientazione mi avevano reso felice con l’organizzazione mi hanno portato al
settimo cielo.
“il
soundcheck de “i ragazzi del commissariato” sotto quel meraviglioso cielo “
In ogni festival
ci sono dei tempi morti tra un soundcheck e l’altro, questi tempi di norma
devono essere riempiti da una playlist che ha l’onere di mantenere l’atmosfera eterea
creata dal paesaggio (in questo caso), una mia amica folle di gioia ha stilato
una piccola lista dei gruppi o dei brani scelti:
Verdena: scegli me
Verdena: scegli me
Beastie Boys
Coldplay: the
scientist
Tre Allegri
Ragazzi Morti
The Pixies – Surfer Rosa (album)
Nirvana- In Utero
Joy Division- Unknown Pleasure
E mille altri…
Insomma sono riusciti
a fare una selezione dei brani che non solo ha retto un’atmosfera straordinaria
ma hanno dimostrato un’immane cultura musicale ed un ottimo gusto nel riuscire
ad abbinare un’incredibile abbondanza di generi musicali senza far prevaricare
uno sull’altro, cosa non facile e sicuramente degna di lode.
4) -FINALMENTE- I
GRUPPI!
“eccoli al completo con anche il sax che dopo
i primi brani ha lasciato il palco lasciando un’ottimo ricordo”
La locandina li definiva
un gruppo funky/reggae ed io sinceramente ho sentito in loro solo una
fortissima corrente reggae con piccoli zampilli di funky che rendevano più
speziati e vivaci i loro brani.
Hanno portato dei
brani loro e alcune cover (come wish you where here o knockin on heaven’s door)
sempre mantendo il groove che li contraddistingue.
Non hanno mai
perso il ritmo restando sulla cresta di un’onda gioiosa alimentata anche dal
sax che dopo il quarto brano ha lasciato il palco promettendo di continuare a
suonare con la band (a quanto pare il suo
è stato un giovane, e si spera duraturo, ingresso nella band).
Il modo migliore
per iniziare la serata e caricare gli spettatori, mi hanno lasciato un’ottima
impressione.
Il cantante puntò
il dito verso il cielo stupendo e disse: “Vedete? Anche il Biondo oggi è dalla
nostra parte!”.
Qualche ora dopo
si pentì della sua affermazione.
“ed
eccolo, il viet sopra la sua centrale elettrica”
Mi aspettavo il
duo invece ho trovato sul palco solo Francesco Nguyen (chiamato amichevolmente
il Viet) senza la spalla Tommaso Casasola.
L’assenza del
collega si è fatta sentire ma di certo non ha rovinato lo spettacolo, il Viet
da solo è riuscito a tessere egregiamente tutti i fili di quella coperta di
suoni con cui ci ha ricoperto per scaldarci con quella sorta di neo-synth pop
che li ha fatti entrare tra i miei ascolti preferiti.
Tra “teenagers
love Nietzsche”, “autumn” e “summers ends” siamo giunti alla fine seguita
dall’immancabile richiesta di un bis.
Alza il capo e
timidamente esclama “ne avrei ancora una…”.
La
conseguenza fu ovvia, la suonò e una
volta conclusa esclamò “finita”.
Finita la pioggia
di applausi iniziarono a cadere le prime gocce di una vera pioggia, e mentre la
felpa iniziava a bagnarsi nominai mentalmente (così come feci per il
Pietrasonica) il mio gruppo preferito del festival: The SuperEgoes.
A voi:
“avete
mai usato un furgone per proiettare un video musicale?”
Ogni festival
deve avere qualche colpo di scena, questo ne ha avuti ben DUE, uno bellissimo
ed uno veramente spiacevole (a voi l’ardua sentenza).
I ragazzi di upon
a dream (http://www.uponadream.it/Sito/Home.html)
si portarono da Gemona un portatile ed un proiettore, indecisi su cosa
utilizzare per proiettare alcune loro opere optarono per… un furgone!
La scelta fu straordinaria, da un lato avevi il palco e dall’altro poteva ammirare i loro video su uno schermo d’eccezione!
La seconda sorpresa invece fu di gran lunga meno felice,
un’acquazzone che interruppe il festival e ci obbligò a rientrare a casa con la
camicia zuppa d’acqua ma un sorriso in faccia, il sorriso di chi ha appena
potuto sentire ottima musica.
ED I GRUPPI CHE NON HO SENTITO?
“questa è una Vera foto! ”
Da Tolmezzo con amore?
No, da Tolmezzo con tutto il brit che le loro tasche potevano contenere.
No, da Tolmezzo con tutto il brit che le loro tasche potevano contenere.
Rimando al loro link su band camp: http://thecharlestones.bandcamp.com/
.
Nonostante la copertina molto alla One Direction (perché
proprio così? Non potevate farla vestiti da cavalli? Perché proprio così
platealmente boy band?) questo album ha moltissimo da dire, sicuramente molto
più di qualsiasi altra descrizione .
Insomma vi consiglio di comprare il cd, così in macchina
potrete canticchiare “Leaving back the sun”, ovvero il pezzo che ho preferito
tamburellando sul volante!
“una foto che rappresenta le svariate
identità dei Gran Carabs!”
Rock alternativo, di certo non sono alternativi tanto
nelle parti musicali (estremamente ben curate) quanto nei testi.
Parlano di me, di te e di quello di cui forse non abbia
il coraggio (o l’insanità mentale?) per parlarne.
Chitarre assolutamente non distorte e forti influenze da
mille e più generi, uno dei gruppi più interessanti della serata e della nostra
scena musicale.
Oramai ho già dedicato un angolo delle mie cuffie al loro
studio, e se accettate un consiglio dovreste fare lo stesso anche voi.
Fame di musica? Ecco a voi il loro fritto misto:
Voto: 8/10
Pro: ottimo il posto, la scelta dei gruppi,
l’organizzazione… insomma tutto!
Contro: purtroppo la pioggia ha fermato tutto, si poteva
sperare in un palco magari al coperto
Giudizio: Sto attendo con ansia la conferma della
prossima edizione (vi prego fatela), non
ho altro da dire. Di certo non è un festival volto verso i grandi numeri o un
bacino d’utenza immenso ma è nella sua intimità perfetto. Ha voluto tentare e
la pioggia purtroppo lo ha interrotto a metà della serata però quello che sono
riusciti ad offrire in quelle poche ore è piaciuto, ed è piaciuto tantissimo.
Ferigutti Luca
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