martedì 28 agosto 2012

PIETRASONICA (Osoppo)

Un festival che rientra nella mia playlist


Ogni essere umano compie le proprie azioni perché viene spinto da un qualche obiettivo. Alcuni sono stati sulla Luna, altri hanno raggiunto cime innevate e tempestose, io… Io ho fatto la patente perché la sera dopo DOVEVO andare alla serata di chiusura del Pietrasonica...


Una breve spiegazione su cos’è questo fantomatico Pietrasonica:
Nel lontano 2009 il comune di Osoppo decise di ospitare un festival, un festival che però doveva vantare una lineup che da sola avrebbe potuto radere al suolo il muro di Berlino, puntarono così su gruppi del calibro dei Vanilla Resident, Inter Nos ed infine gli intramontabili Mig-29 Over Disneyland.
Il festival (riferiscono le cronache dell’epoca) fu un successo, riuscirono ad attrarre tutto il sottobosco filo-underground friulano e estero.
L’anno successivo il festival colpì di nuovo e con nomi come Samsara Blues Experiment (la sera del 6 Agosto) , Zippo e A Cold Dead Body (sabato 7 agosto) si aggiudicò di nuovo il meritato successo, seguito da una certa fama che ricopre solo pochi festival alla seconda edizione!
La terza edizione (2011) non fece altro che confermare quello che già si sapeva, ovvero “IL PIETRASONICA E’ UN FESTIVAL CHE SPACCA!”, anche questo si svolse in due giorni 5 e 6 agosto, il palco venne calcato da mostri come i T.H.U.M.B. , Aiperion, Ghandi’s Gunn e Anadarko.
Quest’anno lo scarafaggio stoner prendeva vita venerdì 3 e sabato 4, qui inizia la mia storia.
“ecco lo scarafaggio stoner di cui parlo, è il logo del volantino di Pietrasonica 2012” 

Venerdì sera purtroppo ho dovuto dar buca a questo festival dato che dovetti portare in macchina un signore intento a valutare le mie azioni in seguito alle sue richieste (avevo l’esame di guida).
Ma sabato ero pronto, panda con il pieno, patente e due cultori dello stoner che mi aspettano fuori dai cancelli.
Siccome non riuscivamo a trovare la strada per raggiungere il parco delle ex colonie (nessuno di noi era della zona) abbiamo imboccato una strada sperando di udire della musica, sarebbe stata lei a guidarci fino al festival (eravamo giovani ed inesperti).
Come dei veri navigatori riuscimmo a trovare la nostra stella polare sonora e dopo qualche stradina in mezzo all’orgoglio agricolo di Osoppo siamo giunti al cancello di ingresso.
La scena mi fece sentire come un narcotrafficante alla dogana, un ragazzo puntò la pila contro la mia auto e mi venne incontro.
Appena arrivato sfoderò un sorrisone e mi disse che l’ingresso sarebbe costato 5€ pro capite, prezzo a mio parere dannatamente onesto, io diedi i miei soldi e lui in cambio mi timbrò la mano, uno scambio equo e sicuramente più umano che farsi un banale biglietto alla cassa.
“Al Pietrasonica amano essere tanto diretti quanto la musica che propongono”

Passato il cancello altri ragazzi muniti di pila ci fecero parcheggiare in una sorta di piscina, fiero del mio parcheggio mi incamminai verso il festival.
La topografia del luogo era abbastanza semplice, il palco era sotto una tettoia che ospitava anche un chiosco e qualche tavolo/panchina, sulla sinistra uno stand che offriva mille teli con grafiche molto hippie e new age, seguiti da una miriadi di braccialetti anelli orecchini e collane sullo stile sopra citato.
Mentre la mia ragazza spulciava tra la merce sul tavolo io ebbi un’esperienza che mi fece capire quanto bello e magico fosse questo festival! C’era un bambino (credo che fosse in quinta o quarta elementare) che correva intorno allo stand, ad un tratto venne fermato da un gruppo di ragazzi stranieri (non capivo di quale nazionalità) che si misero a giocare allegramente con lui, l’evento mi rimase impresso per tutto il tempo che trascorsi su quel prato, qualche ora dopo mi misi a ridere quando vidi quei ragazzi sul palco, ed erano i LÜGER!
Di fronte al chiosco, dopo i tavoli c’era una altro chiosco con un forno per la pizza (mi pento ancora di non averne presa una), oltre il chiosco trovai i tipici giochi che ogni parco con dei bambini deve avere, di fianco ai giochi si ergeva uno stand dove un ragazzino vendeva quel tipo di maglie che qualsiasi adolescente vorrebbe possedere (grafiche di volti noti e non noti, frasi profonde o i classici ghigori senza nessun senso che però fanno tanto cool).
Oltre i giochi si vedevano le tende dei campeggiatori, dentro di me ho profondamente invidiato tutti loro.

“ebbene sì, c’è possibilità di campeggio per chiunque volesse. Il campeggio è gratuito e attrezzato con docce e bagni”
Grime
Appena arrivati iniziarono a suonare i Grime, un gruppo che ebbi piacere di conoscere solo quella sera.
Drone, drone, drone, non sono un cultore del genere forse perché non l’ho mai visto così, dal vivo cambia ogni cosa!
Erano tutti stretti sotto il palco, corpi vicini, le felpe nere si sfregavano tra di loro e i malcapitati che avevano in mano un bicchiere di birra si dovevano allontanare o rovesciare il contenuto per terra, tanto a chi vuoi che interessi l’ubicazione della tua birra quando sei completamente preso da quelle ondate di suono?
“Signori e signore, questi signori hanno fatto chinare tutto il parco, i GRIME! “

Hyper Evel
Positivo, per soli 5 euro ho rivalutato un genere, avrei potuto tornarmene a casa se solo non fossero saliti sul palco gli Hyper Evel.
Questo era un gruppo che già avevo sentito, mi sono sempre piaciuti e dal vivo non potevano fare altro che piacermi di più!
Ho amato il suono della chitarra (la suono pure io quindi ho cercato di cogliere ogni sfumatura possibile), riusciva a trascinarti e così ha fatto, in quattro secondi mi sono ritrovato in mezzo con una ragazza a carico ed un telefonino che non riuscivo a tenere fermo per poter scattare qualche foto, ma come con la storia della birra a chi vuoi che freghi della qualità delle foto del tuo smartphone se puoi farti sbattere a destra e sinistra da questo straordinario stoner con spruzzi di quell’insano blues che non guasta mai?
“in tutta la loro bellezza mi hanno regalato una decina di foto inguardabili (ma chissenefrega) gli Hyper Evel!”

Kadavar
Ho sempre pensato che il rock o la musica in generale fossero una cosa così bella perché non reale, insomma da che mondo è mondo esistono dei costumi di scena o una chissà quale coreografia o scenografia!
Per i Kadavar non è così.
Per tutto il tempo che trascorsi lì prima del loro concerto vidi i membri di questo gruppo aggirarsi per i chioschi vestiti veramente così! Con quelle barbe e tutto quel fascino che fece vacillare l’eterosessualità di tutti i presenti …
Dalla strumentazione al sound passando per lo stile, sono di un’altra epoca!
Hanno colto tutto il fascino del retro-rock incarnandolo alla perfezione e piegandolo ad una sorta di Psychedelic rock inondato di riff e fuzz, una goduria per le orecchie (incredibilmente sono piaciuti pure alla mia ragazza) !
Non ho nulla da dire, senza togliere nulla a tutti gli altri ma questo gruppo è stato quello che più mi è piaciuto.
POTERE AI KADAVAR (e alle loro stupende barbe) !!!
“in tutta la loro struggente bellezza (e bravura) i mitici nonché germanici Kadavar”

LÜGER
Il depliant che mi consegnarono all’ingresso li definiva come “la più allucinante band del pianeta, secondo alcuni…”.
E per assurdo erano loro i ragazzi che stavano giocando con il bambino.
Diamine quanto ho amato quel festival, quattro secondi prima puoi parlare con i tuoi musicisti preferiti e poi te li ritrovi sul palco a far vibrare tutto il parco, straordinariamente umano, straordinariamente bello. Riguardo ai LÜGER non ho nulla da dire, sul serio, il depliant aveva ragione, faccio parte di quel “alcuni. Assurdi ma non spiacevoli, anzi! Ho avuto la possibilità di sentire quei suoni che stando al depliant “avevano la triste nomea di far impazzire la popolazione…”, io sinceramente non ho perso la mia sanità mentale, in compenso ho guadagnato qualche CD in più da inserire nell’infinita lista chiamata “CD che Luca DEVE comprare!”. Se tornano in zona (vengono dalla dolce Spagna) mi ritroveranno sotto il loro palco!


“allucinanti e straordinariamente unici, i LÜGER”
“hey tu ragazzo, siamo tutti qua che ti invidiamo! Troppo bella la maglia del Tool!”, ci voltiamo ed un ragazzo nello stand dei dischi (nel prato, tra il palco e il chiosco) ha rivolto questo complimento ad un mio amico. “Sai qua vendiamo tutti dischi di etichette e gruppi poco conosciuti, vuoi sentire qualcosa?” “Top! Sì, adesso ascolto solo underground, sai ormai tutta la qualità sta qui!” “grande, ti faccio uno sconto!”


“già, questo festival ti dà la possibilità di ascoltare e comprare le opere di tutti quei gruppi che magari hai solo sentito nominare o magari ne scopri di nuovi, HO AMATO QUESTO STAND”

Fu così che lui andò a casa con un vinile ed un CD in più, io mi accontentai della pelle d’oca. Grazi Pietrasonica, hai dato un senso al primo sabato sera da neo-patentato. Hai dato un senso al concetto di festival estivo. GRAZIE !
P.S.: Ora che il Pietrasonica si è concluso dimostrando che i festival qua in Friuli hanno un buon riscontro vorrei fare una domanda a tutti i nostri comuni “perché non seguite il vostro collega e non date alla nostra terra il buon nome che merita? Certo, qua si parla solo di musica ma come ben sappiamo a volte è proprio la musica a dare il via a grandi cose!”

Voto: 7/10 Pro: bellissimo il posto, stupenda scelta degli artisti, organizzazione impeccabile e totale umanità Contro: ovviamente si sta facendo un nome (e un signor nome) quindi deve ancora “crescere”,avrei gradito qualche segnale (giusto per evitare l’odissea nei profumatissimi campi). Giudizio: Ero partito per questo festival sicuro di sentire ottima musica, in compenso avevo alcuni dubbi riguardo l’organizzazione e la gestione degli spazi, dubbi che hanno saputo spegnere in subito, GRANDI !


Luca Ferigutti

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