lunedì 25 marzo 2013

Con la sua musica, la mia vita è diventata davvero più facile e piacevole


Accadde un incidente spiacevole ... Andai nel bosco, persuaso di non incontrare certo Nadežda Filaretovna...
Avvenne dunque ch'io uscissi un po' più presto e che ella fosse in ritardo. Così ci incontrammo inaspettatamente..."


"Sebbene ci guardassimo soltanto un attimo, io rimasi estremamente confuso, riuscii però a salutare cortesemente, togliendomi il cappello. Lei invece sembrò perder completamente il controllo e non sapere come comportarsi”.

Questo, scrisse in una delle sue tante lettere un musicista di 37 anni, parlando della strana relazione che aveva con Nadezda Filaretovna von Meck, vedova e più grande di lui di nove anni. Donna intelligente, amante delle arti e del pianoforte. Nazeda gli scrisse lo stesso giorno:

Sono veramente felice del nostro incontro e non posso descriverle il calore che sentii affluirmi al cuore quando ebbi compreso che era lei...Non desidero rapporti personali fra noi, provo però un piacere enorme a sapermi silenziosa e passiva vicino a lei, a esser con lei sotto un medesimo tetto, come quella volta a teatro a Firenze, o incontrarla come poc'anzi..”

Forse, Nadezda nutriva dei sentimenti amorosi per questo musicista che aveva incontrato solo poche volte nella vita (a volte anche pedinandolo in segreto) e con il quale intratteneva una relazione puramente epistolare. Amore che non venne mai ricambiato.

Com'è iniziato questo particolare rapporto? E chi sono Nadezda e il musicista?

Nadezda è una donna molto ricca, per via della grande fortuna lasciata dal marito, oltre ad essere una pianista dilettante. Fu grazie al suo accompagnatore al violino che conobbe il nostro musicista e gli commissionò varie composizioni, lautamente pagate.

La prego di credere che con la sua musica la mia vita è davvero diventata più facile e piacevole”

Gli scrisse.
La risposta fu immediata e così iniziò il loro costante rapporto epistolare fatto di non detti, di seduzioni velate da parte della donna. Caratterizzato da una forte intesa spirituale e artistica, e da numerose confidenze personali.
La donna diventò sua mecenate fino a pochi anni prima della morte e continuò ad intrattenere con lui una relazione epistolare per altrettanto tempo.
Il musicista a cui Nadezda faceva da mecenate e a cui scriveva assiduamente era Petr Tchaikovsky uno dei più grandi compositori russi del romanticismo.

Una caricatura del compositore.

Tchaikovsky nasce a Kamsko Votkinsk in Russia il 7 maggio 1840.
Inizierà a prendere lezioni di piano già a cinque anni. Dimostra fin da piccolo uno spiccato senso musicale, anche se, sotto volere del padre, nel 1850 si iscriverà alla scuola di Giurisprudenza in modo da diventare burocrate, strada intrapresa anche dai due fratelli maggiori. Fu in questi nove anni di studi che Tchaikovsky si avvicinò all' alcool e al fumo, vizi che mai lasciò nel corso della sua vita.

Si può dire che a sedici anni ebbe la sua "rivelazione musicale", ascoltando il "Don Giovanni" di Mozart. Commentò l' avvenimento così:
        “A Mozart sono debitore della mia vita dedicata alla musica”
A 21 anni  compì il suo primo viaggio in Europa, visitando Germania, Belgio, Parigi, Londra. Frequentò opere e concerti in ogni paese. In seguito a questo viaggio si dedicherà sempre meno al suo lavoro al Ministero (che abbandonerà due anni dopo) e sempre più agli studi musicali.

Dobbiamo tener conto del fatto che all' epoca non esistevano vere e proprie scuole per lo studio musicale approfondito, e il dichiararsi “musicista” non era ben visto dalla società. Nonostante ciò, riuscirà a studiare musica in una scuola nata proprio in quegli anni, a San Pietroburgo, scuola dove nel 1866 verrà nominato professore di armonia e teoria.

In questi anni compose la sua prima opera lirica, il "Voivoda". 
Tchaikovsky era molto critico nei confronti di sé stesso, tanto che distrusse la partitura, perchè considerata da lui una composizione imperfetta e di scarso valore musicale. Spesso tendeva a rielaborare e addirittura a riscrivere interamente le sue opere. Questo lo differenzia da molti suo colleghi, del passato e attuali, spesso megalomani che si fanno montare la testa dalla fama e dal successo.

Nasce in questi anni uno dei suoi maggiori capolavori: Overture Fantasia Romeo e Giulietta.



Soltanto a 35 anni si avvicinerà al balletto, genere molto sottostimato all' epoca, ma che a lui darà buona parte della sua fama.

Tchaikovsky, fu, per buona parte della sua vita tormentato dalla sua omosessualità, che non riusciva ad accettare. Nonostante questo, sposò Antonina, sua alunna, che casualmente, durante la composizione di uno dei suoi maggiori successi: "Eugenio Onegin", che appunto si apriva con una lettera dove il personaggio di Tatiana dichiarava il proprio amore a Eugenio, gli scrisse una lettera dove dichiarava i suoi sentimenti amorosi, il collegamento tra immaginazione e realtà fu tale che, nonostante fosse poco convinto, lo interpretò come un segno del destino e il 18 luglio1877 furono celebrate le nozze. Il matrimonio fu devastante per la sua psiche e in alcune delle sue lettere scrisse che trovava il corpo della moglie “ripugnante”. “Avrei potuto strozzarla”, aggiunse.
Il compositore russo, a causa della sua omosessualità che sembrava sempre più evidente, e degli sguardi della gente sempre più accusatori, ebbe un esaurimento nervoso e tentò un suicidio. Antonina fu per lui, una spina nel fianco per tutta la vita, per via delle continue richieste di denaro e delle numerose minacce.

Lo schiaccianoci
In questo periodo buio della sua vita, compose la musica per il balletto: "Lo schiaccianoci" nonostante la situazione psicologica sempre più instabile, per antitesi, compose in questo periodo una musica molto allegra e vivace. Di lui si disse:
:«Tchaikovsky si rifugia-per sfuggire al suo démone-nell'infanzia [le favole alla fonte di quei soggetti, n.d.r.]... Compose... la musica più luminosa, più allegra che esista; perfino nei momenti più angosciosi della vicenda, si sente penetrare una luce: come i bambini che, anche se hanno paura, sanno che per loro il male non può durare» (Goléa).
Lo schiaccianoci è uno dei suoi più famosi balletti. Che viene tutt' ora ripreso anche in alcuni cartoni animati per bambini. Il racconto si basa sulla storia di E.Hoffmann, revisionata da A.Dumas.


Cartone tratto dal balletto.

La storia di apre a casa di Clara Stahlbaum, una bambina tedesca. E' la vigilia di Natale. Un amico di famiglia, il signor Drosselmeyer, dona alla bambina uno schiaccianoci a forma di soldatino, a cui il fratello della bambina rompe una gamba per dispetto.
Clara, dopo aver danzato a lungo con tutta la famiglia si ritira nella sua stanza e inizia a sognare:
Una marea di topi tentano di rubarle lo schiaccianoci, che d' improvviso si anima e inizia a duellare con loro, nonostrante la mancanza di una gamba. Clara lancia una ciabatta verso il Re Topo e lo Schiaccianoci lo uccide. Subito dopo lo schiaccianoci si trasforma in un principe e conduce Clara attraverso una splendida foresta innevata, fino a raggiungere il regno della fata confetto, a cui racconterà le sue prodezze. La storia si concluderà con una lunga danza di gioia della fata confetto e con Clara, che si risveglia dal magico sogno (a questo momento si riferisce il video riportato sopra).

Immagine ironica riguardo la presenza dei cannoni.
Nel 1880, compone "Overture 1812", una composizione per orchestra che si ispira alla tentata invasione di Napoleone in Russia con i suoi 65000 uomini. Invasione tremendamente fallita dal grande generale. Opera conosciuta anche per via della sequenza di colpi di cannone, eseguiti, ovviamente, solo se all' aperto. (Venne utilizzata anche nel recente film "V per Vendetta")

Overture 1812


Nel 1885 eletto direttore della sezione moscovita della “Società musicale russa”, iniziò, per la prima volta, a vivere in maniera più controllata, fumava e beveva di meno, anche l' umore sembrava decisamente migliorato.
Nel 1886, provò quella che definì come l' emozione più grande della sua vita. Ebbe l' occasione di vedere la partitura originale de “il don Giovanni” di Mozart. L' artista disse di aver provato la sensazione di essere vicino a Mozart, come non lo era mai stato.

La partitura del Don Giovanni
In questi anni viaggiò molto ed ebbe la possibilità di conoscere molti altri artisti in Europa.

Una giovae Nadezda
Nel 1890, la sua maggiore mecenate, la von Meck, al suo ritorno dai viaggi gli scrisse che era andata incontro a numerosi problemi finanziari (tra cui i figli, sempre più avidi di denaro) e non poteva più finanziarlo. Non fu una grande perdita per il musicista, che ormai aveva raggiunto una discreta stabilità economica, ma rappresentò la rottura dei rapporti tra l' artista e la nobildonna, anche a causa delle pressioni dei figli di lei.

Negli ultimi anni della sua vita viaggiò in America. Al ritorno cambierà casa per la terza volta nella vita e inizierà a comporre qualcosa che avrebbe dovuto racchiudere una sua autobiografia. Sarà ossessionato da questa composizione che riscriverà più e più volte. Da qui nascerà la sua ultima e sesta sinfonia.


Nel 1893, nove giorni dopo aver composto il Requiem per la sua morte, Tchaikovsky morì di colera. Sorsero numerosi dubbi sulla ragione della sua morte, si pensò anche al suicidio per mezzo dell' arsenico, per via di alcuni scaldali amorosi che avrebbero condotto il grande compositore ad un esilio in Siberia. (l' omosessualità era severamente punita). Tutt' ora regna il mistero sullle effettive cause della sua morte.

Riguardo lo stile si differenziò dai suoi contemporanei compositori russi, per via del fatto che la sua musica non aveva uno stampo nazionalista, ma può essere considerata una musica cosmopolita, nonostante i richiami alla musica popolare russa nella composizione di molte melodie. Studiò per tutta la vita la musica occidentale, ricordiamo l' amato Mozart, ad esempio. Si ritrova con i suoi contemporanei per la predilazione per il modo minore
Spaziò attraverso moltissimi generi: Opere, balletti, sinfonie, musica sinfonica, da camera e sacra.
Venne ricordato da Stravinsky come il "più russo tra i compositori russi". (Contro chi sosteneva fosse troppo poco nazionalista).


Cargnelutti Silvia

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